Ultranews #02
Le piante migliorano la vita. Anche al lavoro
In un’epoca in cui trascorriamo il 90% del tempo in uno spazio chiuso, rendere più benefico l’ambiente è fondamentale. Le piante, in questo senso, rappresentano uno strumento prezioso. In primis, in ufficio. Dove il benessere è strettamente legato alla produttività.
Ne era già convinto Adriano Olivetti. L’uomo non si esaurisce nel solo lavoro. E se il luogo in cui ognuno svolge il suo mestiere non ne coglie la complessità, il gap di umanità rischia di diventare dannoso. Per la qualità della vita e anche quella del lavoro svolto. Ecco che, in uno spazio chiuso, il ruolo del verde per il benessere è centrale.
L’ingegnere, politico e imprenditore, già a metà del secolo scorso, auspicava la “fabbrica verde”, un luogo di lavoro a misura d’uomo, dove il “verde” fosse l’essenza prima della salute e della pienezza dell’uomo. Per dare una qualità al tempo anche quando questo era dedicato al lavoro, ma poi al dopolavoro e al tempo libero. Con gli alberi, l’associazione tra essenze benefiche e l’integrazione di architettura, quotidianità e natura.
Una visione avanguardistica, nata in tempi non sospetti. Che oggi diventa sempre più diffusa. Tra le ultime analisi, quella di Edendeifiori.it che ha analizzato e sintetizzato gli studi più importanti condotti in tutto il mondo sul ruolo benefico delle piante in ufficio. Tre i punti fondamentali: miglioramento della qualità dell’aria, riduzione dello stress e aumento della produttività dei dipendenti. Andiamo per gradi.
All’interno dello spazio chiuso possono accumularsi tossine e particelle insalubri che provengono dall’ambiente esterno e che derivano da sostanze emesse da vernici, prodotti per la pulizia e altri elementi presenti tra le pareti. Secondo gli esperti, gli spazi confinati possono essere fino a sette volte più inquinati di quelli aperti. Cambiare aria periodicamente (dieci minuti all’ora, secondo le prescrizioni) è il primo passo. Poi, ci sono alcune specie vegetali particolarmente efficaci nell’assorbimento di particelle dannose come i cov – composti organici volatili –, sostanze che si disperdono nell’aria facilmente anche a temperatura ambiente e che possono creare danni più o meno gravi alla salute. Le piante da interno possono ridurre questi cov – oltre a ossidi di azoto e zolfo, anidride carbonica, monossido di carbonio, altre particelle fini e ozono – grazie ai batteri della zona radicale e agli impianti di idrocoltura che scompongono i cov in CO2 e acqua. Tra queste, Sansevieria e Gerbera, Palma di Areca, Pothos e Spathiphyllum. Ancora, l’Aglaonema, la Rhapis Excelsa, Edera helix (edera comune), Ficus benjamin, Dracaena marginata e Aloe vera.
La funzione filtro delle piante è continua, silenziosa, benefica. L’aria più pulita, poi, porta con sé molti vantaggi. Permette di pensare più chiaramente, di essere più produttivi – con una maggiore capacità di attenzione e soddisfazione sul posto di lavoro – e meno stressati, tanto che si riducono di molto anche le possibilità di ammalarsi. Insieme, le piante migliorano l’umore e la creatività. L’essere umano, infatti, ha avuto origine in un contesto naturale e ricco di vegetazione, motivo per cui le popolazioni urbane soffrono di una “deprivazione verde”: trascorrere la maggior parte del tempo in ambienti chiusi può generare stress e ansia; al contrario, quando ci si circonda di piante, sorge una sensazione di allontanamento dalla routine quotidiana e un diffuso senso di rilassamento. Nondimeno, le piante danno all’azienda un’immagine di affidabilità, buona gestione, stabilità, pulizia, correttezza, equilibrio e accoglienza con un’attenzione particolare per il benessere personale. D’altra parte, la vegetazione funge da indicatore della temperatura ideale nell’ambiente, può stabilizzare l’umidità nella zona di comfort umano, assorbire i rumori, ridurre il consumo energetico dell’aria condizionata e prevenire l’insorgenza delle muffe.