Un paio di settimane fa ho avuto l’opportunità di confrontarmi con Maria Chiara Voci in occasione di un’intervista per il Sole 24 Ore pubblicata lo scorso 3 aprile (QUI il link).
Il tema: il post emergenza Covid-19 e il futuro del coworking.
Nell’intervista esponenti più che noti del panorama dei coworking in Italia e non solo, come Davide Dattoli di Talent Garden e Pietro Martani di Copernico, hanno indirizzato l’attenzione verso il tema della dematerializzazione dell’ufficio fisico e della probabilità che la crisi economica spingerà più aziende a considerare l’ipotesi di collocare i propri uffici in spazi flessibili.
Ritengo utile approfondire il nostro punto di vista in ULTRASPAZIO espresso nell’articolo, in considerazione all’approccio innovativo e al tempo stesso riflessivo tenuto in questi anni, sul tema dell’evoluzione del lavoro e della società.
Lo smart working per tutti
In Ultraspazio abbiamo iniziato ad approfondire lo smart working in tempi non caratterizzati dall’emergenza in corso attraverso il progetto ULTRADISTRICT Living Lab: è sorprendente quanto gli accadimenti degli ultimi mesi stiano, a nostro parere, accelerando un fenomeno di frammentazione dello spazio fisico dedicato al lavoro che era già in atto.
Il progetto Ultradistrict LL si colloca in continuità con le iniziative di “open innovation” attivate nei mesi precedenti e riteniamo possa essere lo strumento ideale per sviluppare un modello di coworking diffuso e per gestire quel processo di dematerializzazione dello spazio fisico degli uffici a cui assistiamo oggi, monitorando gli effetti sugli investimenti, sulla gestione degli edifici, sugli utenti e sull’ambiente.
Un nuovo paradigma
Le tecnologie digitali di cui disponiamo ci consentono inoltre di immaginare che la postazione di lavoro possa essere mobile e funzionale agli impegni lavorativi e al contempo alle incombenze della propria vita privata: l’esperienza forzata di smart working di questo periodo ha fatto comprendere il valore del tempo, degli affetti e della natura, oltre ad aver ridotto sensibilmente gli spostamenti e quindi l’inquinamento.
I riscontri sono molteplici: l’acqua limpida del Po e dei canali di Venezia oppure le migliaia di tartarughe Olive Ridley che sono tornate a nidificare nella spiaggia Rushikulya Beach di Odisha.
Il paradigma uomo-natura pare in via di radicale cambiamento: oggi al centro della nostra attenzione non c’è prevalentemente l’uomo ma innanzitutto il pianeta. Soprattutto in termini di gestione delle conseguenze delle nostre abitudini di vita.
Il lavoro agile a Torino e la cura del proprio tempo
Abbiamo assistito nell’ultimo decennio a un profondo cambiamento del mondo del lavoro, con un’apertura a modelli di sviluppo orientati alla condivisione di servizi e al lavoro diffuso, processi che hanno definito il concetto di “lavoro agile”, una formula win-win per lavoratori, business e ambiente.
Per lo sviluppo di questa modalità, i coworking hanno dimostrato di svolgere un ruolo fondamentale. Ne è testimonianza proprio il percorso affrontato dal nostro coworking che in pochi anni è diventato nel quartiere San Paolo a Torino, un punto di riferimento per aziende, start-up e professionisti impegnati in attività di ricerca, innovazione e sostenibilità.
Ma non solo i coworking possono essere il supporto per il lavoro agile.
In questi giorni con l’emergenza Covid-19 ci siamo resi conto come la casa sia il nostro primo ufficio. In prospettiva, quando le condizioni sanitarie lo consentiranno, lo saranno, gradualmente, anche quei luoghi vacanti o sottoutilizzati presenti nelle nostre città.
Con il ritorno alla normalità, è probabile che vorremo che fosse più sostenibile di quella che ci siamo lasciati alle spalle ed è per questo che supportiamo progetti e iniziative innovative e creative per reinterpretare il lay out fisico dello smart working in tutte le sue possibili declinazioni.
Il nostro obiettivo è consentire e trovare soluzioni sostenibili per il lavoro in casa o in altri luoghi prossimi ad essa o che quotidianamente frequentiamo per ridurre o quantomeno contenere gli spostamenti.
Il vantaggio? Risparmiare tempo con tutti i benefici che conseguono.
Proprio per questo crediamo ancora di più che ULTRADISTRICT Living Lab, un coworking diffuso, innovativo e sostenibile, sia l’avamposto scientifico e culturale adeguato per affrontare consapevolmente le sfide del futuro e che mettiamo a disposizione della comunità e di coloro che hanno a cuore le sorti del pianeta.
Il nostro strumento per liberarci da superflui spostamenti, garantire relazioni sociali e contrastare l’inquinamento.
di Ezio Gaude
CEO ULTRASPAZIO
Questo articolo è stato pubblicato su LinkedIn da Ezio Gaude a seguito dell’intervista realizzata da Maria Chiara Voci per Il Sole 24 ore.
Il testo completo dell’intervista si può leggere qui: