fbpx

TORINO STRIZZA L’OCCHIO PIU’ AL FUTURO CHE AL SUO PRESENTE

Reloading Torino: ricerca sul declino di Torino, cause, percezioni e futuri scenari

Uno studio per analizzare le difficoltà della città e comprendere come ripartire

Qual è il futuro di Torino? I torinesi oggi hanno ancora fiducia nella città e nel suo avvenire? Ma soprattutto come si può ripartire? L’indagine, condotta da Kkienn, società di ricerche torinese, insieme con il gruppo di lavoro ‘Reloading’, mette in luce le difficoltà e le sofferenze del capoluogo subalpino e la percezione dei suoi cittadini. Obiettivo? Fare una diagnosi culturale della città e rintracciare le possibili direzioni di marcia. La ricerca è raccontata sulle pagine del Corriere Torino.

Tra luglio e novembre sono state effettuate oltre 2.500 interviste a cittadini tra i 18 e i 74 anni, residenti a Torino e in altre metropoli, italiane e non. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare l’attuale situazione della propria città, rispetto agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. Risultato?  Torino, per i suoi abitanti, è “bella, pulita, ricca di verde, ma con il problema del lavoro”. Mentre sugli obiettivi Onu la città è “piuttosto indietro”. Solo le condizioni dell’acqua pulita e le buone condizioni sanitarie sembrano essere raggiunte. Nella percezione di chi la vive, la città non progredisce, anzi è ferma sugli altri fronti: eliminare la povertà, garantire la crescita economica, avere un lavoro dignitoso per tutti, ridurre le diseguaglianze, avere giustizia e istituzioni forti.

Si distingue qualche segno positivo: la città è migliorata per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, il cambiamento climatico, i consumi sostenibili, il turismo, le mostre d’arte, il tennis mondiale e l’innovazione tecnologica. Ad ogni modo, la prevalenza dei cittadini, il 51%, è ottimista sul futuro. Quindi c’è la consapevolezza di un declino in corso, partito nel 2008 e mai finito, ma anche la speranza delle potenzialità per un miglioramento.

Prima puntata del racconto sulla ricerca condotta da KIENN per individuare le cause culturali del declino di Torino, lavoro al quale Ultraspazio ha orgogliosamente partecipato attraverso il contributo di Carlo Cattero, Ezio Gaude, Elvira Gennarelli.

Ecco l’articolo del Corriere Torino